Il mio piccolo contributo per il manifesto dell'evento. |
La scuola di gomme, quella di bambù e quella di sacchi di terra sono solo un esempio della possibilità che un approccio low-tech possa offrire.
Il prof. Andrea Cantini insegna nell'ateneo fiorentino. Ha studiato il fenomeno dell'autocostruzione applicato negli ambienti più diversi. Non è un processo, infatti, che ritroviamo solo in paesi in via di sviluppo. In Europa vi sono numerosi esempi di complessi residenziali edificati in autocostruzione. Gli stessi futuri proprietari delle case lavorano come carpentieri, piastrellisti e quant'altro serva per costruire la propria abitazione. L'assegnazione delle residenze alle famiglie avviene solitamente per sorteggio. In questo modo tutti lavorano su tutte le case, senza privilegiarne una.
Ovviamente questi processi sono molto complessi da gestire. Il lavoro dell'architetto, in alcuni casi, sfocia in quello dello psicologo. Provate voi a tenere unite decine di famiglie su un progetto comune. Il risultato finale, però, è molto gratificante, soprattutto da un punto di vista sociale. Alla fine, infatti, si viene a creare una comunità ed una identità di quartiere molto forte. In effetti, lavorare fianco a fianco con il proprio vicino, permette di rompere molte barriere di socializzazione.
VIVIAMOLAq sta iniziando il suo percorso nel campo dell'AUTOCOSTRUZIONE e del LOW-TECH. Per questo ha organizzato un incontro con il Gruppo ARCò ed Andrea Cantini. L'evento si è tenuto nell'Auditorio del Parco, a L'Aquila, progettato da Renzo Piano.
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